Asili aperti di sera: cosa succederà?
Asili aperti di sera: un utile servizio per i genitori che sta per diventare realtà o un ulteriore modo per “parcheggiare i bambini” in un ambiente non accogliente come la loro casa?
A Milano il dibattito è aperto: è su tutti i giornali la notizia che presto gli asili nido comunali potranno inserire questa iniziativa per dare ai genitori la possibilità un venerdì al mese, di dedicarsi una serata senza i figli che trascorrerebbero alcune ore in un luogo a loro conosciuto (il loro asilo) e con persone di fiducia quali le loro educatrici.
A Milano, come in tutte le grandi città, i genitori si trovano spesso soli, con nonni che vivono lontani e costi di baby-sitter alle stelle (oltre con la difficoltà di trovarne adatte alle proprie esigenze).
Il servizio che offrirebbe il comune è già attivo, con successo, in asili privati.
Eppure ci sono diverse considerazioni da valutare, come per es. i turni lavorativi delle educatrici e i costi nel mantenere le strutture aperte anche la sera.
Ho posto delle domande ad Alice Arienta, una delle consigliere comunali che sostengono la proposta, per capire meglio di cosa si tratta.
Qui parliamo di
- 1 Quando pensi che questa proposta possa diventare una realtà nei nidi di Milano?
- 2 Quali sono gli aspetti organizzativi ed educativi da valutare secondo te che sei sia consigliera che mamma?
- 3 Questo è uno dei passi per far diventare Milano “una città a misura di famiglie”: ci sono in cantiere altre proposte per supportare i genitori?
Quando pensi che questa proposta possa diventare una realtà nei nidi di Milano?
Secondo me prima bisogna garantire i servizi di base con buoni standard di qualità e poi dove ci sono margini bisogna provare a trovare soluzioni nuove di servizi per provare a innovare. Come per esempio questa proposta innovativa.
Come tutte le proposte nuove ha però bisogno di essere declinata e valutata all’interno del sistema nidi, includendo genitori, educatrici e i tecnici del Comune. Teniamo in conto che oggi gli asili milanesi offrono un buon servizio e allora perché non provare a innovare tenendo conto delle specificità del servizio pubblico e trovando il giusto equilibrio tra servizi per cittadini, tutela dei lavoratori e rispetto dei bambini e dei loro tempi?
L’idea deve essere discussa, valutata e ci sono diversi aspetti da considerare come è giusto che sia quando si tratta di servizi per l’infanzia.
In alcuni asili privati di Milano viene già offerto questo servizio ed ora in alcuni asili comunali della Brianza lo proporranno.
Per questo assieme ad altre consigliere stiamo avviando una riflessione su un progetto di apertura serale degli asili comunali una volta al mese il venerdì. Ovviamente l’esperienza brianzola potrà fornirci qualche spunto. Un venerdì al mese dedicato ai genitori e un venerdì differente per i piccini.
Quali sono gli aspetti organizzativi ed educativi da valutare secondo te che sei sia consigliera che mamma?
A livello organizzativo si potrebbe iniziare a fare una sperimentazione negli asili comunali dove sia i genitori sia gli educatori ritengono il progetto fattibile e interessante: il supporto e la collaborazione tra famiglia ed educatori è fondamentale.
Secondo me un altro aspetto da considerare è l’organizzazione del lavoro. La sperimentazione andrà fatta nelle strutture pubbliche dove si trova un clima favorevole perché l’iniziativa non dovrà essere considerata un peso; chi vorrà lavorare anche al venerdì sera potrà lavorare, tenendo conto dei turni che vengono fatti e del monte ore. Ovviamente questo necessita di una buona programmazione e organizzazione.
A livello di mamma invece secondo me la proposta nel nido il venerdì sera dovrà essere rivolta solo ai bambini che frequentano quella struttura proprio perché se un bimbo resta fuori casa di notte è preferibile che stia in un luogo conosciuto con educatrici e amichetti. Io la considero come una sorta di avventura per il bambino, un’occasione per vivere gli spazi abituali ad orari insoliti con ritmi e prospettive educative diverse.
Un altro aspetto da considerare è l’età: io lo ipotizzerei in via sperimentale per le scuole dell’infanzia e non per i nidi.
Questo è uno dei passi per far diventare Milano “una città a misura di famiglie”: ci sono in cantiere altre proposte per supportare i genitori?
Milano per antonomasia non è una città per bambini, ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Vorrei ricordare ad esempio il regolamento comunale che ha eliminato il divieto giocare nei cortili di tutte le case milanesi.
Sempre tornando al tema asili quest’estate il Comune ha deciso di aderire all’iniziativa della Regione nidi gratis, un’iniziativa molto concreta grazie alla quale tantissime famiglie sono state sollevate dal sostenere il costo dell’asilo.
Un’altra iniziativa messa a punto da questa amministrazione è il cosiddetto welcome kit, un pacco nascita che verrà consegnato a tutte le nuove mamme indipendentemente dal reddito o meno. Saranno circa 12.000 i pacchi nascita che verranno distribuiti dal comune grazie al supporto di sponsor privati; verranno distribuiti nelle farmacie comunali da metà dicembre 2016 fino al primo semestre del 2018.
Ovviamente queste iniziative non sono sufficienti ma è necessario avere sempre uno sguardo “bambino” per capire come le iniziative e i progetti del Comune possano rendere facile, serena e allegra la vita dei bambini e delle loro famiglie in una città come Milano.
Ci vuole un’attenzione specifica per i dettagli, dettagli che possono cambiare la vita alle famiglie o renderla più facile. Mezzi pubblici accessibili, più aree verdi e aree giochi ben tenute ad esempio rendono accessibile la nostra città alle mamme e ai papà.
Il tema dell’accessibilità è un tema che mi sta molto caro perché è trasversale a tutti: se riusciamo a rendere Milano accessibile, Milano sarà una città più aperta accogliente e umana.
Tu cosa vorresti per rendere la tua città più “a misura di famiglia”?