Pensieri

I miei privilegi

Mani-@Mamma in città

La mia mano attorno a quella di Davide quando aveva 1 mese

 

Ho avuto il privilegio di entrare per la prima volta in un teatro a 4 anni: le sedie rosse di velluto, il mettersi in fila per raggiungere il posto, il bisbigliare, il fare ciao ciao alle persone sedute in alto in alto fino quasi al soffitto, l’imponente lampadario sopra la platea, il silenzio improvviso, il buio, il sipario che si apre, i costumi, le musiche, gli applausi, gli attori che scendono dal palco.

Ho avuto il privilegio di attendere fin da bambina con entusiastica precisione il giorno di uscita delle mie riviste preferite: il mercoledì Topolino, il sabato Specchio dei Tempi de La Stampa, e poi Dove, Gulliver, i giornali per sognare di viaggiare attorno al mondo, da leggere e commentare.

Ho avuto il privilegio di aprire la porta della biblioteca della mia cittadina fin da quando ho imparato a leggere: la curiosità di scoprire sullo scaffale dei nuovi libri gli ultimi arrivi, sfogliarli in fretta e la trepidazione di quella indecisione perenne su quale portare a casa.

Ho avuto il privilegio di aver conosciuto l’arte come una cena al contrario: partendo dal dolce. Attendevo le visite di mostre di arte contemporanea come fossero giornate al luna park, per farmi catturare da colori, odori, stranezze in cui entrare e giocare a trovare il significato nascosto.

Ma soprattutto ho avuto il privilegio di non sentirmi mai sola: di condividere i miei successi e le mie delusioni, di avere al mio fianco qualcuno con cui ragionare sui problemi, non solo dei compiti di matematica, ma anche del diventare adulta, e di avere un punto di riferimento che non mi guidava, ma che mi accompagnava.

Una volta cresciuta ho avuto il privilegio di continuare a voler e poter respirare l’atmosfera che ti regala il teatro, di divorare libri, di comprare biglietti per viaggi dall’altra parte del mondo, di imbambolarmi davanti alle opere di mostre di artisti studiati sui libri. E lungo il mio cammino ho avuto il privilegio di non sentire il bisogno di seguire grandi guide ma di confrontarmi con grandi maestri.

La mia mano di bambina è stata stretta dolcemente da una mano grande che mi ha accompagnata alla gioia della scoperta, senza obblighi, ma con quella passione del conoscere che si può solo trasmettere, non imporre.

Ora che la mia mano è diventata grande racchiude nel suo palmo una manina che mi strattona in avanti.
Ed ho il privilegio di rivivere, nuovamente, le prime volte che ho vissuto da bambina.

Risento quel pizzicchio di emozioni di attese sopite dal caos dello scorrere delle giornate, riappassionandomi, come il primo giorno, a tutto ciò che nessuno può comprarti, ma solo farti vivere.

Ed ora ho anche il privilegio di provare i desideri, i dubbi, le gioie e le difficoltà della grande mano che è stata attorno alla mia: puoi avere il privilegio di capirli solo quando hai il privilegio di viverli.

Questo post partecipa al tema del mese lanciato dalle Instamamme: “Nel mezzo del cammin…

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